Friday, August 3, 2012

Tempi Liturgici della Chiesa Siro-Malabarese



Il calendario liturgico della Chiesa Siro-Malabarese è ordinato in base al flusso della storia della salvezza e della vita della Chiesa. Esso ha nove stagioni: 

1. Tempo dell’Annunciazione 
L’anno liturgico della Chiesa siro-malabarese inizia con il periodo dell’Annunciazione. Le quattro settimane di preparazione alla festa della Natività di Gesù, celebrato il 25 dicembre, costituiscono in questo tempo. Durante questo periodo, dal 1° al 25 Dicembre, si pratica l’astinenza infatti è chiamato 25 giorni digiuno. I misteri salvifici che trovano compimento in Gesù Cristo, iniziano con la nascita di Gesù. Questo tempo è detto ‘subara’ in lingua siriaca. Il significato di questo termine è dichiarazione, annuncio, ecc. Quanto l’angelo Gabriele ha annunciato a Maria Santissima è stata la più grande lieta notizia per l’umanità che con speranza aspettava il Salvatore. Così, questo tempo si sviluppa nel contesto del mistero dell’Incarnazione completato nella pienezza dei tempi. La Chiesa ricorda in questi giorni l’annuncio della nascita di Giovanni Battista, il precursore di Gesù, e anche il lieto evento della sua nascita. In preparazione per la celebrazione del mistero dell’Incarnazione, questo tempo si ricorda anche la creazione, la disobbedienza dei nostri progenitori e le relative conseguenze, lo stato miserabile dell’umanità corrotta, la promessa della salvezza offerta da Dio, l’alleanza di Dio con l’umanità, e le profezie sul Salvatore. Durante questo tempo si medita anche sul ruolo di Maria nella storia di salvezza. 
Le preghiere, le letture e gli inni di questo tempo ci ricordano che come le genti dell’Antico Testamento sono diventati consapevoli della loro condizione miserabile e hanno riposto la loro speranza nel Salvatore, così il popolo del Nuovo Testamento deve pure prendere coscienza della propria impotenza e situazione di peccato, camminare verso Gesù e far posto nel proprio cuore a Cristo che sta per nascere. 

2. Tempo di Natale 
Il tempo di Natale si compone dei giorni che vanno da Natale alla festa dell’Epifania. È un momento di gioia che ricorda la nuova vita ottenuta mediante la Risurrezione del nostro Salvatore. L’apostolo Paolo scrive: “Quando giunse la pienezza dei tempi, Iddio mandò suo Figlio, nato di donna, nato sotto la legge” (Galati 4:4 ). La sua incarnazione aveva uno scopo ben preciso, e la Sacra Scrittura lo rivela dicendo: “Per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché ricevessimo l’adozione di figlioli” (Galati 4:5 ). La nascita di Cristo in questo mondo, pertanto, segna l’apice dell’amore di Dio verso la sua creatura, l’uomo. 

3. Tempo dell’Epifania 
La parola per indicare l’Epifania in siriaco è ‘Denha’, che significa ‘alba’, ‘rivelazione’, ‘manifestazione’ ecc. In questo tempo, la Chiesa ricorda la manifestazione di Gesù, che è iniziata con il suo battesimo nel Giordano. Gesù si stesso rivela al mondo, così il Padre mediante la testimonianza dello Spirito Santo: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto» (Mt 3:17). Il mistero della Santissima Trinità si rivela al suo battesimo. 
La Festa di Denha, celebrata il 6 gennaio, è chiamata ‘Pindikuthiperunnal’ dai fedeli che vivono nella parte settentrionale del Kerala e ‘Rakkuli’ dalla gente del sud. Il termine ‘Pindikuthiperunnal’ nasce dalla pratica di andare in giro con un ‘vazhapindi’ (tronco di banano) decorato con le lampadine mentre si esegue il canto ‘Dio è la luce’ che commemora ‘Gesù luce del mondo’. Il nome ‘Rakkuli’ deriva dalla pratica del bagno rituale alla vigilia della festa, che era una cerimonia religiosa. 
I santi che hanno assistito al mistero rivelato di Cristo con la loro vita sono ricordati dalla Chiesa i venerdì di questo tempo. I temi più importanti ricordati in questo tempo sono il battesimo di Gesù, la sua vita pubblica, la sua natura divina e umana, la sua relazione intima con il Padre e lo Spirito Santo e il suo amore nel dare se stesso. In questo tempo le letture della Sacra Scrittura sono principalmente connesse con la vita pubblica di Gesù. Questo periodo ci ricorda il battesimo di Gesù e il nostro battesimo e le responsabilità che abbiamo intrapreso con esso. Pertanto, ci impegniamo duramente per conoscerlo più intensamente e di vivere come figli di Dio in questo tempo. 

4. Tempo di Quaresima 
La passione, la morte e la risurrezione di Gesù costituiscono i momenti più importanti del suo mistero salvifico. Le sette settimane tra Denha e la festa di Pasqua si distinguono per la preghiera, il digiuno, l’astinenza e la riparazione. La base di questo tempo Quaresimale è il digiuno di quaranta giorni, come quello di Gesù. Tuttavia, questo periodo è chiamato ‘Anpathu Nombu’ (astinenza di 50 giorni). La domenica con cui comincia la Quaresima si chiama ‘Pethurtha’; Il termine siriaco significa ‘guardare indietro’, ‘conciliazione’, ecc. La Quaresima è pertanto un tempo che si distingue principalmente per il pentimento e la riconciliazione. Noi, che siamo diventati figli di Dio mediante la nuova creazione nel battesimo, ci siamo allontanati da Dio commettendo il peccato. Durante questo tempo meditiamo sul peccato dell’uomo e le sue conseguenze, il bisogno di penitenza e di conversione, l’infinito amore e la misericordia di Dio verso i peccatori pentiti e la passione, la morte e la sepoltura di Gesù Cristo. La Quaresima richiama la nostra attenzione in modo particolare sulla necessità di riconciliazione con Dio e con altri esseri umani. Pertanto, in questo periodo, la Chiesa convince i fedeli a ricevere il sacramento della riconciliazione. La Chiesa ci ricorda di trascorrere il periodo Quaresimale in fervente preghiera, il digiuno e le opere caritative per sradicare i nostri desideri malvagi. Come Gesù, che ha vinto la morte ed è entrato nella vita eterna, anche noi dobbiamo morire al peccato ed entrare nella vita senza fine. 

5. Tempo della Resurrezione 
Il tempo della Resurrezione si compone di sette settimane e va da Pasqua a Pentecoste. È un momento di gioia che ricorda la nuova vita ottenuta mediante la risurrezione del nostro Salvatore. Infatti le preghiere e gli inni di questo periodo riflettono questa gioia. Alcuni dei temi importanti di questo tempo liturgico sono la risurrezione di Cristo, la sua vittoria sul peccato, sulla morte e su Satana, la croce che era un segno di follia che diviene segno di redenzione e di gloria, la risurrezione di Cristo come pegno della nostra risurrezione, la risurrezione come base della fede cristiana ecc. La Chiesa primitiva amministrava il sacramento del battesimo nel contesto della celebrazione della Pasqua. Come San Paolo ci ricorda, “Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione.” (Rom 6, 4-5). La settimana dopo Pasqua è stata riservata per i neo battezzati. Vale la pena di imitare questa antica tradizione di amministrare il battesimo in connessione alla Pasqua. 

6. Tempo degli Apostoli 
Questo tempo è costituito da 7 settimane, a partire dal giorno della festa di Pentecoste. In questo tempo si ricorda l’importanza dell’opera dello Spirito Santo. Pentecoste è una festa intimamente connessa alla storia della salvezza. Nell’Antico Testamento leggiamo che gli Israeliti celebravano la Pentecoste in connessione con la vendemmia. Il termine ‘Pentecoste’ significa ‘50’ - la festa del cinquantesimo giorno. Successivamente questa festa si rivelò essere la commemorazione del patto con il quale gli Israeliti divennero il popolo di Dio. Nel Nuovo Testamento, a questa festa viene dato un nuovo significato. È il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua, quando lo Spirito Santo discese sugli apostoli. È il compleanno del nuovo popolo di Dio. In quel giorno Dio nostro Padre ha suggellato la nuova alleanza nello Spirito Santo, con il popolo del nuovo testamento. Questo patto è scritto non su tavole di pietra, ma nel cuore degli uomini. È solo dopo la Pentecoste che mediante gli apostoli ripieni di Spirito il messaggio della Nuova Alleanza fece il giro del mondo gettando le basi delle comunità di fede. Il termine ‘apostolo’ significa ‘colui che è inviato’. Questo tempo ci ricorda che tutti coloro che hanno ricevuto il battesimo e la cresima sono ‘inviati’. I temi principali di questo periodo sono l’opera dello Spirito Santo, il rapporto profondo tra gli apostoli e la Chiesa cioè, il popolo di Dio, lo Spirito e l’unità della Chiesa primitiva e la missione e il compito missionario della Chiesa. Uniamoci agli apostoli che hanno portato in tutto il mondo il messaggio del loro Maestro e hanno formato nuove comunità di fedeli. 

7. Tempo della Missione (Kaitha) 
Questo tempo comincia con la commemorazione dei dodici apostoli di Cristo. Consiste di sette settimane e si chiama Kaitha. Il termine Kaitha significa “estate”, che è il periodo del raccolto. Questo tempo ci ricorda la crescita della Chiesa in conseguenza dell’attività missionaria degli apostoli. I criteri per misurare la crescita della Chiesa sono la vita di testimonianza dei singoli cristiani. Dunque, la commemorazione degli apostoli e dei santi martiri che sono rimasti fedeli alla Chiesa è una caratteristica speciale di questo tempo. Durante questo periodo, si ricorda anche la nostra responsabilità di seguire il loro stile di vita. Questo tempo ci rammenta una conversione totale che avviene mediante il rinnovamento della mente e del cuore attraverso l’obbedienza della Legge Divina. E’ un tempo che può essere visto anche come preparazione al tempo di Elia-Croce-Mosè che punta alla seconda venuta del nostro Signore. Ci indirizza verso la necessità di penitenza e di conversione perché dobbiamo essere preparati per la seconda venuta del Cristo. 

8. Tempo di Elia, Croce e Mosè 
Questo tempo si ricorda la seconda venuta del nostro Signore e il trionfo finale della croce. Il punto centrale di questo periodo è la festa dell’Esaltazione della Croce celebrata il 14 settembre. La Chiesa primitiva credeva che Elia sarebbe venuto prima della seconda venuta di Gesù Cristo (cfr Malachia 4:5). Il fatto che al momento della trasfigurazione di nostro Signore, Elia era presente con lui rafforzato questa convinzione. La trasfigurazione di Gesù è un simbolo della Sua seconda venuta. La presenza di Mosè sulla scena della trasfigurazione potrebbe essere stato il motivo per cui questo nome viene aggiunto al periodo, divenendo infatti “di Elia, Croce Mosè”. I temi principali di questo periodo sono la fine del mondo, la morte, e il giudizio finale. Questo periodo esorta ad essere sempre attenti contro le tentazioni del diavolo per sradicare il peccato dalla nostra vita. 
La Chiesa primitiva credeva che il segno che sarebbe apparso in cielo prima della seconda venuta di Cristo era la Croce. Quindi in questo tempo ricordiamo e celebriamo appositamente la potenza e la gloria della Croce. Inoltre, nelle preghiere e gli inni di questo tempo vi sono numerosi riferimenti alla visione della croce da parte dell’imperatore Costantino e il ritrovamento della croce da parte di sua madre Elena. Proprio come Mosè estendendo il suo bastone sul Mar Rosso ha mostrato il percorso a Israele attraverso il mare, così Gesù ha salvato l’umanità rivelando la via per il paradiso attraverso la croce. Facendo riferimento all’albero della vita in paradiso e il serpente di bronzo alzato di Mosè nel deserto, in questo tempo si ricorda la gloria promessa a noi attraverso la croce. Qui pregustiamo la gloria della Chiesa celeste che sta per venire. 

9. Tempo della Dedicazione della Chiesa 
Le ultime quattro settimane dell’anno liturgico appartengono a questo tempo. Anche se ci sono diversi punti di vista per quanto riguarda l’origine di questo tempo, le preghiere indicano che è il periodo della dedicazione della Chiesa. All’inizio di questo tempo, ricordiamo Gesù che offre la Chiesa, sua sposa, al Padre dopo il giudizio finale. Alla fine dei tempi, la Chiesa, con i suoi figli, incontra il suo sposo nella Gerusalemme celeste. Si tratta di un anticipo della beatitudine eterna che sta per venire. Così l’anno liturgico ci ricorda che i cristiani sono chiamati a raggiungere la gloria eterna per mezzo della Chiesa.